PIACENZA E DINTORNI
Nella tranquilla città di provincia, alla quieta dimensione umana del vivere e ai piaceri della buona tavola si accompagna la presenza di piccoli tesori, memorie di un passato ricco di storia, come il suo Duomo, il Palazzo Gotico, il Palazzo Farnese. Senza dimenticare poi tutti gli splendidi palazzi nobiliari, le numerose chiese e le strette vie del centro cittadino, che, apparentemente austeri, racchiudono sempre inaspettate sorprese.
La storia di Grazzano è legata per secoli a quella della famiglia Anguissola, ma è Giuseppe Visconti di Modrone, geniale e colto nobile milanese, che agli inizi del 1900 decide per la creazione di un borgo pittoresco dall'aspetto medievaleggiante. Un raro esempio di architettura revivalistica (in auge in Europa fra Otto e Novecento), coniugata alla passione per la scenografia e il costume e all'amore per le tradizioni è ciò che permette al visitatore ancora oggi di sentirsi catapultato indietro nel tempo di almeno 700 anni.
Sede del Castello di Rivalta, imponente complesso fortificato, residenza dei Conti Zanardi Landi, ramo della nobile famiglia Landi che lo possiede dal XIV secolo. Nel castello, inserito nel circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli, si trovano anche il Museo del costume militare e il museo di arte sacra.
Bobbio è nota sin dal Medioevo come la "Montecassino del Nord" per la fama della sua Abbazia che, fondata nel 614 dal monaco irlandese San Colombano, fu uno dei principali centri spirituali e culturali della penisola italiana. Nel 1014, Bobbio acquisì anche il titolo di città, conferito con bolla imperiale da Enrico II e diventò sede vescovile, rimanendo Diocesi autonoma fin verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Dei fasti di un tempo, Bobbio conserva il sapore medioevale del proprio borgo, fatto di strette viuzze, case in sasso e palazzetti signorili, cresciuto attorno al monastero, che, assieme ai suggestivi paesaggi naturalistici della vallata, ne fanno una delle principali località di villeggiatura del piacentino. Borgo dei Borghi 2019.
Non è affatto difficile riferirsi a Parma come al Ducato, nonostante abbia effettivamente smesso di esserlo già da parecchio tempo. Il motivo di tanto attaccamento a questo status è da ricondursi al periodo di splendore vissuto durante il dominio dei Farnese, seguito dal totale rinnovamento portato da Maria Luigia D'Austria, moglie di Napoleone, che resse le sorti della città fino alla sua morte. Ed è proprio nei posti che furono cruciali per gli antenati parmigiani che vi condurrà questo itinerario.
il territorio emiliano ha visto nel corso dei secoli il succedersi di numerose famiglie nobili (come i Farnese, i Borbone di Parma, i Pallavicino, i Visconti, i Meli Lupi, i Gonzaga, i Rossi, i Sanvitale, gli Sforza, i Landi e i Malaspina) che vi hanno lasciato un segno indelebile. La traccia più tangibile è ancora oggi costituita da queste antiche dimore - castelli, rocche e ville - che testimoniano il passato importante di queste terre.
Non c'è modo migliore di conoscere un territorio se non passando attraverso la sua cucina e i suoi piatti. La tradizione culinaria dell'Emilia Romagna ne è la prova. Sontuosi e a base di carne, i piatti della nostra regione sono fieramente legati al territorio e alle sue forti radice contadine. Più che di una cucina regionale, in Emilia Romagna si dovrebbe parlare di una costellazione di cucine, perché ogni città e ogni centro abitato vanta piatti tipici, che vengono reinterpretati in modo differente da un luogo ad un altro.
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